La situazione di instabilità ha reso ancora più significativa l’Arte Contemporanea rispetto all’Arte Antica; il settore vede scambi molto veloci e tempi di incremento degli investimenti più brevi, anche se i potenziali rischi di svalutazione su lungo termine sono maggiori, artisti annoverati come grandi maestri a parte.
Per di più, gli interessi economici sono superiori per un numero più elevato di opere, un rifornimento più agevole e continuo, investimenti e finanziamenti in generale più consistenti e la certezza di attribuzione. La più immediata comprensibilità e la vicinanza culturale e di gusto giocano di sicuro a favore. Del resto, alcuni artisti sono ancora viventi e produttivi.

“Il collezionista non si limita a decidere di acquistare delle opere ma desidera accompagnare per quanto possibile il processo creativo degli artisti, correndo così dei rischi e operando delle scelte, prima fra tutte quella di condividere le sue passioni e le sue idee con un pubblico allargato” (François Pinault).

A me affascina la figura del gallerista, quel mecenate che “scopre” l’artista, lo fa letteralmente lavorare commissionandogli le opere da realizzare per la mostra in galleria, gli cura il catalogo con l’intervento di un critico d’arte ed è fautore di quell’incontro magico tra l’opera e il collezionista.

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